Punto esclamativo
Il punto esclamativo è un desiderio, e i
desideri vanno presi con le pinze. Nel Gorgia di Platone, Socrate spiega: chi
pretende di soddisfarli tutti, sempre, è destinato all’infelicità e
all’insuccesso.
I desideri, infatti, tendono a riprodursi. Lo stesso vale per
il punto esclamativo: è una tentazione pericolosa, cui bisogna saper resistere.
Così, quando cediamo, sarà più piacevole. Molti hanno detestato il punto
esclamativo, forse perché ne intuivano le insidie. Scriveva il corrierista Ugo
Ojetti nella prima metà del secolo scorso: «Odio questo gran pennacchio su una
testa tanto piccola, questa spada di Damocle sospesa su una pulce, questo gran
spiedo per un passero, questo palo per impalare il buon senso, questo
stuzzicadenti pel trastullo di bocche vuote, questo punteruolo da ciabattini,
questa siringa da morfinomani, quest’asta della bestemmia, questo
pugnalettaccio dell’enfasi, questa daga dell’iperbole, quest’alabarda della
retorica». E dopo una tirata del genere non metteva neppure un punto
esclamativo! Questa è coerenza, signori. Noi, oggi, non siamo così forti: pochi
sanno resistere. Se la virgola è francese, il punto è americano, il punto
interrogativo è tedesco, il punto esclamativo è decisamente italiano. Un segno
emotivo, eccitabile e lievemente enfatico. Per questo è di moda. L'Italia è
oggi in piena fase esclamativa. Titoli, pubblicità, programmi TV, siti
internet, messaggi email: da qualche tempo tutti esclamano in modo
incontrollato, e portano in giro i loro segni come baccanti (Venite! Leggete!
Comprate! Cliccate qui!! Guardate là!! Uau, fantastico!!!). Chi aveva
rinunciato al punto esclamativo dopo le elementari, ritenendolo ridondante,
oggi si trova circondato. Come spiegare il fenomeno, al di là del carattere
nazionale? Una possibilità è questa: nel mercato delle mille offerte, chi
vende/annuncia deve alzare il volume, per farsi sentire. Oppure si tratta di
una scorciatoia per esprimere sorpresa, stupore, entusiasmo, delusione. Ottenere lo stesso effetto con le parole è più elegante (e magari questo libro
vi aiuterà). Ma non tutti lo sanno fare, purtroppo!